Ventiquattro di maggio
Vampate di caldo, l'aria odora di terra
Cerco invano un parcheggio
Con la radio che ronza e con l'auto in riserva
Un profluvio di pioggia
E tu che mi aspetti in un locale del centro
E poco o tanto che piaccia
Con gli occhi alla porta, mentre lotto col tempo
Ventiquattro di maggio
Andata e ritorno, separati d'un palmo
In mezzo un breve momento
Quasi un vago ricordo, con il fiato in affanno
Dopo giorni e poi anni
Tra banchi di nebbia, come a perdita d'occhio
Per la campagna oltre i campi
Tra nubi d'ovatta, oltre i confini del sonno
Mille luci rotanti dalle sale da ballo
Nel traffico lento con il cuore nel fango
Più in lungo che in largo oltre i rumori dal fondo
Poi giù a capofitto con il fiato sul collo
Ventiquattro di maggio
Un ponte e più in là le prime luci dell'alba
E in una sala d'aspetto
Poco a poco alla volta, tra chi parte e chi torna
Poi d'un tratto a strapiombo
In un flan di ricordi e di parole non dette
E quasi a perdere il conto
Più forse che no, nei giorni e dopo per sempre
Mille luci rotanti dalle sale da ballo
Nel traffico lento con il cuore nel fango
Più in lungo che in largo oltre i rumori dal fondo
Poi giù a capofitto con il fiato sul collo
Tutto fugge in avanti e si dilegua in un lampo
S'infrange nel niente e poi dirada nel vento
Dal nulla ritorna non c'è come né quando
Un passo più in là secondo dopo secondo